“Che io soffra sul tuo Cuore, Gesù”

 

7 giugno 1943

 

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Prenditi il mio pianto questa sera. Non ho che questo da darti in questa notte di pena. Non ti dico neppure: “Levami questa pena”; ti dico solo: “Sia fatta la tua Volontà, ma aiutami, Gesù”.
Sì, aiutami, Maestro buono. Non mi lasciare andare. Tutto il dolore che vuoi, Signore, ma la tua vicinanza sempre. So, credo che non è senza uno scopo di bene questo tormento morale; so, spero che non è senza utilità; so che se soffrirò con pace, sul tuo Cuore la pace resterà in me e l’astio del demonio non la potrà turbare. Perciò ti dico: eccomi, per tuo amore, a fare la tua Volontà...
Non più tardi di questa mattina dicevo che la mia presente beatitudine mi impedisce di sentire il mordente delle vicende umane. Invece questa sera ho sentito l’acre delle necessità dell’ora. E ne ho sofferto tanto. Avessi sofferto sola sarebbe stato uno spasmodico soffrire. Ma ben sapendo che nessuna creatura umana mi poteva consolare, mi sono rivolta a Te con fede. Tu li vuoi questi atti di fede amorosa per compensarti di tutti i disamori che negano. E premi subito l’anima generosa dandole consolazione.
Ora ho imparato. E vengo subito a rifugiarmi in Te; non m’accontento di pregarti, spingo oltre il mio osare e vengo fra le tue braccia. Tu sei il mio Dio, ma sei anche il mio Fratello e Sposo, perciò oltre che pregarti posso anche abbracciarti per non sentirmi così sola di fronte a un futuro, triste per tutti, ma per me carico di incognite ancor più penose.
Tienimi così per tutto questo tristissimo mese, tienimi così fino alla morte.
Anche se non parli mi basta che Tu mi lasci stare sul tuo Cuore. Ricordati, della tua agonia, Signore, e per la tua piccolissima ostia sii Tu l’angelo che conforta...