“Signore, dammi la tua Passione; me la ottenga san Francesco”

 

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L'amore cresceva nel contemplare il mio Dio morente, cresceva tanto da darmi un tormento fisico che culminò il Venerdì Santo (del 1934)…

Pochi giorni avanti di provare quello spasimo soavissimo e crudelissimo avevo composto una preghiera che dicevo dopo quella di S. Francesco:

 

«Signor mio Gesù Cristo, due cose ti prego che mi faccia prima che io muoia:
la prima, di sentire nell'anima e nel corpo mio, quant'è possibile, quel dolore che Tu, dolce Gesù, sostenesti nell'ora della tua acerbissima Passione;
la seconda, di sentire nel cuor mio, quant'è possibile, quello straordinario amore del quale Tu, Figliuol di Dio, eri acceso tanto da sostenere volentieri una così grande Passione per noi peccatori».

 

La mia, al serafico Padre, era così composta:

 

«O Padre mio S. Francesco, per quell'amore con cui Cristo ti amò e tu amasti Lui, dammi, ti prego, la sofferenza e l'amore che impetrasti per te stesso.
Non ti chiedo la gloria visibile delle stimmate, delle quali non sono degna, ma la compartecipazione intima alle pene e all'amore di Gesù e tuo, acciocché io, a imitazione vostra, muoia d'amore per Iddio e per le anime».

Il buon Dio mi dava quanto avevo chiesto…